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Concorso per la riqualificazione di P.za Kennedy - Ravenna

Progettisti:  arch. Rebuffi Matteo
                     arch. Plazzi Giovanni

Periodo di realizzazione: 2010

Il tema di progetto riguarda la ridefinizione di piazza Kennedy nel centro storico di Ravenna ed il conseguente riassetto viabilistico, reso necessario dalla volontà dell’amministrazione comunale di eliminare il parcheggio.

Il progetto generale di sistemazione della piazza e delle aree contigue propone quindi di ricucire tutte le lacerazioni infrastrutturali costituite dall’uso a parcheggio, attraverso una soluzione di risanamento complessivo che ricrei un essenziale “tessuto unitario”, capace di aggregare la diversità degli episodi frammentari che ha caratterizzato l’evoluzione e la crescita urbana di questo luogo. Nell’ottica di garantire lo status di piazza all’ area di progetto e di garantire una giusta gerarchia degli spazi all’interno del centro storico, il progetto mira alla definizione di un luogo autonomo, ma finalizzato a relazionare tra loro percorsi urbani pedonali di attraversamento della città e di connessione ai siti turistici più significativi consentendo loro di dialogare con materiali, livelli diversi e giaciture della pavimentazione e definendo via via rapporti diversi con gli edifici esistenti.

Il progetto proposto definisce un tappeto uniforme in pietra, di quarzite o pietra di Lucerna che faccia risaltare il disegno dei fronti e l’uso del mattone intonacato o faccia a vista, attraverso scansioni volumetriche e differenti livelli di pavimentazione che seguono tutto il perimetro della piazza. Proprio in considerazione del valore e dell’eterogeneità di tali edifici, il progetto riduce al minimo gli interventi, valutando con prudenza ogni azione.
Il progetto proposto intende ordinare e chiarire lo spazio in differenziato della piazza valorizzando al tempo stesso le facciate di Palazzo Rasponi dalle teste e della Casa del Mutilato. Il parterre, diviene piano di unificazione di tutte le facciate, luogo d’incontro dei cittadini che giustifica l’esistenza stessa dello spazio pubblico.
I materiali sono ridotti a tre: la pietra, l’acqua e la luce.

Il progetto prevede di ridefinire l’intero perimentro attraverso l’innalzamento di tutta la pavimentazione che costituisce il nucleo centrale di piazza Kennedy, differenziandone alcune aree con un leggero dislivello caratterizzato da uniformità di materiale. La via D’Azeglio viene anch’essa intesa come spazio della piazza, differenziandosi unicamente per il livello del piano di calpestio e l’uso del manto di pavimentazione, in asfalto, ma anch’esso solcato da cordonate in pietra, riutilizzando le bordature esistenti attualmente sul manto di asfalto della piazza. Il progetto individua due percorsi pedonali principali: uno tangenziale a Palazzo Rasponi Murat, ciclopedonale ed affiancato alla circolazione veicolare, ed un secondo trasversale, che attraversa la piazza, aprendosi al centro, per una visione a 360° su tutti i fronti e che accompagna verso il centro della città attraverso via IX Febbraio.
Lo spazio pubblico pavimentato, così definito, viene ordinato geometricamente e inframmezzato da una partitura ortogonale di cordonate (di larghezza cm 40) in pietra di Prun posate a correre.
Per sottolineare il “luogo” della piazza (non definito esclusivamente dagli edifici) il progetto ha previsto un lieve gioco di dislivelli che ne accompagna il perimetro, di ulteriori 15 cm, antistante gli edifici frontistanti, ad eccezione di Palazzo Rasponi Murat, dove la piastra si inclina sottolineandone la facciata e definendo uno spazio autonomo, caratterizzato dalla presenza di un filare di alberi ed aiuole e costituisce la testata di chiusura.
Sul lato a sud invece, la separazione dalla piazza costituisce un limite fisico, ma non visuale, ed è
sottolineata non tanto dal rialzo della pavimentazione, planimetricamente compatta, definito in luogo delle vecchie mura del giardino, quanto dalla presenza dell’edicola e della fermata, anch’essi fulcri della vita della piazza e chiusura semitrasparente e più rarefatta verso la strada.
Il progetto intende riproporre la stessa contrapposizione di aree più o meno dense, ripercorrendo le mura con la leggere sopraelevazione della pavimentazione della piazza e concludendosi in testata con la piastra inclinata ed alberata in luogo delle parti più dense, ma permettendo, in questo caso, una vista unitaria di Palazzo Rasponi dalle teste ed una maggior trasparenza verso via D’Azeglio. Su questo fronte la “chiusura” è data soprattutto dall’infilata dei lampioni a luce riflessa verso il basso e dalla presenza della fermata e dell’edicola.

Il contesto della piazza prevede una distribuzione policentrica ed al contempo unitaria degli spazi, dei luoghi e delle superfici. L’ingresso da via Rasponi è guidato verso il centro della piazza dalla presenza sia della fermata dell’Atm, sia dall’edicola e delimitato dalla presenza di una piastra inclinata verso il centro piazza. Si delinea dunque il percorso mutevole dei punti di vista, con un parterre che permette di collegare e organizzare gli spazi della piazza.

L’acciaio corten contribuisce a delineare ogni ambito della piazza: come a terra diviene bordatura e contenimento a tutte le pavimentazioni, definendo la geometria delle piastre, allo stesso modo definisce l’edicola e la fermata Atm, come parti della pavimentazione, estruse e portate in quota, per generare uno spazio sottostante semitrasparente, ma fortemente materico. E’ in acciaio corten anche il perimetro delle aiole, dove l’assenza di pavimentazione, per lasciare emergere il verde, rappresenta una sottrazione della superficie per lasciar trasparire la preesistente presenza del giardino. La bordatura in corten delle piastre si fa, infine, protagonista, per divenire seduta, nei punti nevralgici, punto di aggregazione e vista privilegiato. Sulla piastra inclinata, come arena per assistere a spettacoli, si può godere della vista del verde e di una vista completa della piazza.
Infine, ma non da ultimo, sia le bordature in corten, sia le sedute, alloggiano il sistema di illuminazione orizzontale a led, per esaltare l’infilata prospettica dei percorsi verso l’esterno e di fronte alla Casa del Mutilato, e  verticale, per risaltare invece i dislivelli della pavimentazione e le sedute stesse.